Per pescare il barbo, bisogna conoscere il barbo, è un pesce complesso, che regala grasse soddisfazioni alieutiche ma anche sonori cappotti. Scopriamolo assieme in questo video dedicato alla passata con la bolognese in genere (non specificamente dedicato al barbo) dove abbiamo catturato cavedani, trote e barbi in zona RPS dell’ Isonzo in Friuli.
Il barbo è sicuramente uno dei miei pesci preferiti in acqua dolce. La pesca a bolognese in passata è molto valida per catturare questo ciprinide, non come la pesca a feeder, ma si possono trovare giornate in cui mr. Barbo è ben propenso a divorare le nostre esche anche strisciando le nostre esche sul fondo a passata.
come pescare il barbo a bolognese in passataIl barbo è un pesce della famiglia dei ciprinidi che si trova un po’ ovunque in tutto il nostro paese. E’ un pesce forte, muscoloso, dalla forma lanciata e idrodinamica con un muso prominente caratterizzato da una bocca protrattile con la quale fruga tra i sassi del fondale.
In Italia la specie endemica è quella del “Barbo Plebeo” ma negli ultimi anni patisce molto le alterazioni ambientali e la competizione con il “Barbo europeo”, specie alloctona dalle dimensioni più importanti. Troviamo inoltre il “Barbo canino” molto più piccolo del plebeo e il “Barbo tiberino” che, come dice il nome ha come bacino di provenienza il fiume Tevere.
Caratteristica fisica evidente del barbo in ogni sua sottospecie, che dà origine al suo nome, è la presenza di 4 barbigli, ai lati delle labbra molto carnose, con i quali scansiona il fondale alla ricerca degli elementi nutritivi di cui si ciba. E’ privo di denti nell’ apparato boccale, si trovano infatti internamente in corrispondenza dell’ ultimo arco branchiale e li usa per triturare quello che ingurgita grufolando il fondo alla ricerca di insetti e invertebrati di ogni tipo, larve, ninfe, vermi, insetti, ma non disdegna elementi vegetali nella propria alimentazione. Non è così inusuale infatti catturarlo pescando a passata con il mais. Gli esemplari più vecchi sviluppano inoltre un istinto predatorio e arrivano a cibarsi anche di piccoli pesciolini.
La pinna dorsale è arretrata con dei raggi molli, tranne il terzo che è spinoso. Il suo corpo è ricoperto da un muco protettivo e squame di dimensioni molto piccole, ha un colore bruno sul dorso, con una punteggiatura nera più o meno evidente a seconda della sottospecie. Il ventre sfuma dal giallo acceso al bianco e le pinne sono color arancione. Durante il periodo di frega le pinne si tingono di un arancione intenso.
Il Barbo plebeo ha un ciclo di accrescimento medio/lento, il primo anno raggiunge gli 8/10 cm, 16/18 nel secondo anno, arriva a circa 25 cm nel terzo anno, periodo in cui i maschi raggiungono la maturità sessuale e sono pronti per il ciclo riproduttivo. Le femmine maturano invece tra il quarto e il quinto anno. Negli anni successivi cresce di circa 7/8 cm l’ anno e può arrivare a 60 cm per 3 kg di peso. Il record IGFA è di un barbo di 4 kg preso nella Drava in Austria.
Il barbo europeo raggiunge dimensioni maggiori e può arrivare anche a 8 kg di peso
Da giovane ha un carattere gregario, vive in branchi ed è facile, soprattutto in periodo di frega trovare gruppi di centinaia di esemplari. Ora so cosa penserete, pesca facile vero? E invece no! prima di tutto ricordiamoci che rompere le scatole ai pesci sui letti di frega non è mai una bella idea, tanto meno etica, ma il barbo, come le carpe ed altri ciprinidi, se frega difficilmente mangia e quindi potete lanciare le vostre esche in mezzo a un centinaio di esemplari in frega che non caverete un ragno dal buco. Depone uova di circa 2 mm tra i ciottoli del fondo che schiudono dopo circa 10/15 giorni, nel periodo tra maggio e giugno.
Dove vive il barbo?
Diffuso nei fiumi pedemontani e nei torrenti di fondovalle, ma si trova in abbondanza anche nei fiumi di pianura soprattutto se con acqua pulita e fondali ghiaiosi (come il fiume Isonzo).
Ama le correnti moderate, non sopporta le acque ferme o stagnanti come gli altri ciprinidi, e non ama correnti troppo forti e rapide, regno delle trote. Predilige fondali ghiaiosi perché all’ interno di questo habitat trova tutti i nutrienti di cui ha bisogno dalla fauna bentonica presente in mezzo ai ciottoli. Si può trovare anche nei laghi a patto che ci siano almeno in parte le condizioni che predilige (fondale ghiaioso e movimento dell’ acqua magari in prossimità dell’ immissario).
Dove cercare il barbo?
– a valle di una rapida o di grossi massi
– nei punti più profondi di un lungo ghiaione
– nei pressi di ponti, piloni (dove non è specificatamente vietato) e lungo le prismate
– ai piedi di cascate dove i fondali sono più “sporchi”
Come si pesca il barbo a bolognese?
La tecnica preferita per pescare il barbo è la pesca a bolognese in passata. La pasturazione è importante come per tutti gli altri ciprinidi, meglio una farina di pesce con una base di larve aromatizzata con parti di formaggio. La classica pastura “rossa” tanto per intenderci. Nella maggior parte degli spot italiani si pesca con il bigattino tranne in alcune regioni come il Friuli dove l’ utilizzo del bigattino è estremamente vietato, tanto da rischiare una multa solo per il trasporto in macchina(!). Noi infatti lo peschiamo con i vermi o le camole nella stagione primaverile/autunnale, per poi catturarlo con il mais nei mesi estivi. Anche le larve delle tarme sono una buona alternativa laddove il bigattino dovesse essere vietato.
Lanceremo a monte e lasceremo derivare verso valle seguendo la corrente. La lenza dovrà ruzzolare sul fondo e la animeremo eseguendo delle brevi trattenute in modo da renderla più interessante. Le false abboccate saranno all’ ordine del giorno perchè pescheremo a contatto di un fondo non uniforme e ciottoloso ma saranno molto simili alle abboccate vere, quindi come sempre, nel dubbio: ferrate !
Una volta allamato il barbo esploderà in tutta la sua potenza. Inizialmente potrebbe rimanere piantato sul fondo e nel caso di grossi pesci potremmo pensare di aver incagliato, ma tutto ad un tratto partirà una scarica di adrenalina pura con la frizione che urlerà e cercherà immediatamente qualche tronco sommerso o il centro del letto del fiume dove la corrente è più forte. La nostra attrezzatura e la nostra montatura non dovranno essere troppo light proprio per questo motivo. Finali dello 0,14/0,16 e ami del 16/18 non sono troppo abbondanti e non è raro che abbocchino addirittura ad inneschi “importanti” dedicati al carpfishing.
Un’ altra tecnica che ultimamente sta entrando nel dna dei pescatori italiani è la pesca a feeder (barbel fishing) che noi ancora non pratichiamo (o perlomeno ogni tanto proviamo ma siamo talmente maldestri che non ve lo faremo mai vedere finchè non impariamo meglio). Il barbel fishing a feeder è una passione che sta raccogliendo sempre più proseliti e ci sono trasmissioni televisive interamente dedicate, come ad esempio la bellissima serie “barbel fishing” di Graziano Giambastiani in onda su Pesca TV (SKY can. 236).
Infine non è così raro catturare bei esemplari con esche artificiali. A mosca (specialmente a ninfa), a gomma e a spinning sia con rotanti che con minnow. Non abbiamo ancora capito se attaccano per mangiare o per territorialità ma tant’è che anche con imitazioni di pesciolini si possono ottenere ottimi risultati.
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Testo e foto: Alex Puntin
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