Dove pescare i calamari da riva in Friuli?
In molti ci chiedono dove poter pescare i calamari ad eging da riva in Friuli. Abbiamo deciso così di scrivere un articolo su quello che è considerato uno degli spot migliori per la pesca dei cefalopodi da riva: Grignano, un piccolo paese sul mare in provincia di Trieste.
La pesca a seppie e calamari è parte del DNA della Gudoterror ed è una tecnica di pesca che pratichiamo da decenni lungo tutto il litorale anche se la maggior parte delle nostre uscite la facciamo in barca. Allora i tempi erano molto diversi, era normale uscire a seppie e calamari e fare tranquillamente 5kg in poche ore utilizzando attrezzatura ed esche che oggi si potrebbero definire ridicole.
Il video che vi proponiamo in questo articolo è uno dei nostri primi video ma ci teniamo particolarmente perché abbiamo avuto come ospite nientemeno che Matteo De Falco il direttore di Pesca TV (SKY can. 236) che a sua volta ci ha resi ospiti della sua trasmissione “Passione Artificiale”. Nel video vi raccontiamo tutte le tecniche che conosciamo su come catturare i calamari in inverno da riva, dalla barca pescando ad eging, usando i tataki ed infine la traina con gli artificiali. La prima parte del video è ambientata proprio a Grignano, pescando dalle prismate a protezione del porticciolo.
Cominciamo dall’ inizio.
È dicembre, un caldo e strano dicembre, poche precipitazioni e temperature elevate, un sole caldo ci risveglia col suo tepore e stimola il nostro istinto predatorio di pescatori incalliti. Mentre preparo la colazione e mi sto scervellando su cosa fare in questo spettacolare week end pre-natalizio, la mia dolce metà mi dice che vorrebbe fare una passeggiata al mare e prendere un po’ di sole in viso. Come potevo dirle di no? E come potevo lasciare a casa le canne da pesca?
Quali sono le condizioni migliori per pescare i calamari?
Una rapida controllata alle tavole di marea e, incredibilmente la giornata prevede una marea montante che inizia a mezzogiorno circa e prosegue verso l’ imbrunire con il picco di alta marea previsto circa un’ ora dopo tramonto e il cambio di luce. Guardo anche le fasi lunari e oggi avremo una perfetta luna nuova. Non può essere, è un segno, tutto quadra. Sono le condizioni di pesca al calamaro migliori che potevamo sperare e già nella mia mente inizio a intravedere possibilità di combattimenti epici con calamari delle dimensioni del craken dei Pirati dei Caraibi.
Un altro aspetto da tenere in considerazione qui in Friuli è la bora. I calamari in questo periodo si avvicinano a riva per la riproduzione e si raggruppano in branchi più o meno assortiti. Se però la bora sferza per qualche giorno la costiera i calamari prenderanno il largo e si disperdono, meglio quindi scegliere bene l’ uscita di pesca anche in base al meteo dei giorni precedenti, perché altrimenti rischiamo cappotti clamorosi.
Come si arriva alla Baia di Grignano ?
Dopo essermi consultato con Capitan Sic, decidiamo di raggiungere la baia di Grignano, piccolo paesino, con un porticciolo molto carino che si trova nelle immediate vicinanze di Trieste, poco prima del parco naturale del Castello di Miramare.
Grignano è un piccolo gioiello incastonato tra le falesie della riviera triestina dove è possibile pescare dalla barriera di prismate creata a servizio del porticciolo per proteggerlo dalle mareggiate. Grignano è molto conosciuto come spot soprattutto per i pescatori di gronghi, è infatti molto frequentato la sera e la notte da chi tenta di catturare gronghi di svariati kg che qui si trovano in abbondanza.
Prendiamo la strada costiera che da Monfalcone porta a Trieste e poco prima della galleria alabardata giriamo a destra scendendo e parcheggiando fortunatamente vicino allo spot. Non molte persone hanno avuto la nostra stessa idea preferendo una semplice passeggiata familiare e quindi ci posizioniamo nel nostro punto preferito e iniziamo a preparare l’ attrezzatura.
Quale canna scegliere per pescare i calamari da riva?
Ci doteremo di una canna da spinning da 2,5m (dai 7’6’’ agli 8’6’’ sono le taglie più ricercate) che ci permetta di lanciare comodamente 30 grammi, non troppo rigida, in due pezzi. In commercio troviamo soluzioni di ogni tipo per ogni esigenza (ma soprattutto per ogni budget). Per quanto riguarda la potenza potremo trovarla espressa in grammi (10-30 le più comuni, 5-15 le light, ecc.) o in base alla numerazione classica degli egi (2 – 2,5 – 3 ecc.)
Canne troppo rigide non sono la miglior scelta, soprattutto in questo spot dove dovremo cercare di lanciare quanto più lontano possibile da riva in modo da battere più acqua possibile. Le canne troppo rigide inoltre non ci aiuteranno in fase di recupero aumentando il numero di slamate o rotture di tentacoli. Al contrario una canna troppo morbida ci farà perdere in sensibilità aumentando il tempo di reazione tra la tocca del cefalopode e la ferrata e se peschiamo a lunga distanza potrebbe essere un problema.
Avremo bisogno quindi di una canna con una buona nervatura, ma che conservi sensibilità, dovrà riuscire a creare quella curva necessaria a favorire la balistica durante il lancio ma anche a compensare le “pompate” dei calamari più generosi. Il miglior compromesso diventa quindi una canna ad azione progressiva.
Pratico l’ eging da circa trent’ anni, quando in Italia in pochi lo praticavano (la pesca non era ancora una moda come adesso) e non esisteva nulla di dedicato in commercio. Anche trovare gli egi (che nessuno sapeva cosa fossero) era estremamente difficile, se ti andava bene trovavi le vecchie totanare ma il tutto finiva lì. Ho avuto quindi il piacere di vedere e provare negli ultimi anni una moltitudine di soluzioni tecniche molto diverse in commercio arrivando a veri e propri gioiellini dedicati perché quando una cosa diventa di moda, soprattutto tra i più giovani, i grandi brand ci sguazzano acquistando nuove fette di mercato “vergine”.
Come sempre scegliete con la testa e il portafoglio ma ragionate sulle caratteristiche in base agli spot che frequenterete. Pescare nei porti è diverso che pescare dalla spiaggia e dipende molto anche dalle caratteristiche della lenza che costruirete. Nei nostri spot utilizziamo una canna da 2,5m , grammatura 15-30 ad azione progressiva su cui montiamo egi del 2,5 e un piombo terminale da 10/15 grammi.
Quale mulinello scegliere per pescare a eging?
Per quanto riguarda il mulinello noi utilizziamo dei 2500/3000. La caratteristiche da valutare sono: dimensione e usabilità. Sceglieremo quindi un modello piccolo ma resistente e maneggevole. Ragionate anche in base al vostro stile di pesca. La misura va scelta anche in base a cosa ci imbobinerete, nylon o trecciato ovviamente. Il trecciato vi permetterà lanci più lunghi, aggiungerà una maggiore sensibilità alle tocche più delicate e potrete usare diametri più bassi e quindi anche taglie di mulinello più piccole.
Una qualità da tenere sicuramente in considerazione è quella di avere un buon rapporto di recupero. Ricordiamo inoltre che pescheremo in acqua salata e quindi frizione, archetto e guidafilo sono i tre componenti che maggiormente soffriranno l’ usura e sono dettagli ai quali bisogna fare maggior attenzione. Diciamo che se potete risparmiare qualcosa sulla canna, magari spendete qualche euro in più per il mulinello.
Artificiali: Come scegliere il colore giusto per pescare i calamari?
Dovremo dotarci di una buona scorta di egi di vario peso e soprattutto di vari colori. E’ importante per la pesca ai cefalopodi dotarsi di una buona scelta cromatica in quanto il colore che un giorno vi può dare grosse soddisfazioni non è detto che funzioni anche il giorno dopo. Sostanzialmente io utilizzo un po’ di tutto ma con me ho sempre l’ arancione, è quello che mi dà più catture con costanza nel tempo, non il più catturante, semplicemente quello che nel bene o nel male mi garantisce sempre qualche cattura.
Il colore dovrà essere scelto in base alle caratteristiche del fondale, della quantità di luce, della profondità e della trasparenza dell’ acqua.

In linea di massima, per la nostra esperienza, di notte, acqua con una buona trasparenza e fonti luminose (dalla luna piena ai lampioni di una passeggiata) preferiamo iniziare con colorazioni molto scure. Dal fondo infatti, guardando verso l’ alto in direzione della luce, si vedrà meglio una sagoma scura. Al contrario, sempre di notte ma con luna nuova e assenza di luce artificiale preferiamo utilizzare colori molto chiari e cercheremo artificiali che abbiano magari delle vernici o parti fluorescenti.
Di giorno in situazione di acqua con una buona trasparenza preferiamo artificiali con colorazioni naturali (l’ arancione, il verde, il celeste, o imitazioni di triglie e simili), se invece ci troviamo in presenza di acqua torbida meglio utilizzare colori forti e ben accesi (rosso, violetto, o colori fosforescenti).
Diciamo che la scelta del colore dell’ artificiale vale l’ 80% della riuscita della pescata, imparate ad annotarvi i vostri risultati quando andate a pesca nei vostri spot preferiti, segnate le condizioni dell’ acqua, del meteo, temperatura dell’ acqua e esterna, marea, ecc. e scrivete quali artificiali hanno funzionato meglio. Solo così e dopo un periodo di tempo significativo potrete avere una statistica con dati validi su cui basare le vostre pescate future. All’ inizio è normale andare a tentativi, lasciate perdere chi vi assicura di sapere cosa usare e quando. Una volta capita l’ associazione colore/caratteristiche spot e meteo provate quelli che vi ispirano di più per poi passare ad altro finché non troverete la combinazione che paga.

Come costruire una montatura per calamari per la pesca da riva?
A seconda della marea e della corrente noi dotiamo sempre la nostra lenza di un piombo finale che può andare da 10gr fino ai 30 gr. La lenza è facilissima da costruire, penso sia una delle pesche più semplici a livello tecnico.

Monteremo direttamente sul trave in nylon dello 0,25 (o trecciato dello 0,14/0,16 con finale in fluorocarbon) un piombo finale, con occhiello, di grammatura adatta all’ azione di pesca e alla situazione ambientale che ci troveremo difronte. A circa 20, massimo 30 cm risalendo sul trave, collegheremo tramite un nodo il nostro egi, ad un corto bracciolo di pochi cm (da 1 a 5). Per quanto riguarda i nodi di collegamento diventa comodo e di facile realizzazione il dropper loop, più utilizzato per i tataki (e quindi non per la pesca da riva) ma risulta efficace anche per collegare gli egi. Ecco un video che vi spiega come realizzare un dropper loop.
Qual è l’ azione di pesca corretta per pescare i calamari?
Domanda da un milione di dollari! Come sempre varierà molto dallo spot che intendete affrontare ma in linea di massima ci sono degli elementi ricorrenti. Vi parleremo di Grignano. Uno spot con fondale inizialmente roccioso e pieno di concrezioni varie fino a circa 20/30 metri da riva che poi si trasforma in sabbione. Si tratta quindi di lanciare il più lontano possibile per poter battere una quantità di acqua maggiore. Verificate sempre la portata di peso massima della canna.
Noi lasciamo che l’ egi raggiunga il fondo e poi mettiamo il filo in tensione. Il trecciato ci aiuterà rispetto al nylon in questa operazione. Con cadenze più o meno regolari e intervallate da 20, 30 secondi circa l’ una dall’ altra, eseguiremo degli strappi che staccheranno l’ esca dal fondo facendola subito ricadere. Questo perché calamari, seppie o polipi, sono attirati dai movimenti dell’ esca più che dall’ esca in sé. Più la faremo assomigliare a un pesciolino in difficoltà o a un gamberetto, più saranno invogliati ad attaccarla. Di solito l’ attacco avviene subito dopo lo strappo o durante, improvvisamente sentiremo tendersi il filo e avremo catturato il nostro cefalopode (o il fondo).
Il recupero dovrà essere lento ma inesorabile. Una volta che il calamaro è allamato (anche se sarebbe più corretto dire “agganciato” in quanto il cestello dell’ egi è sprovvisto di ami) è importante fare un recupero morbido anche se in costante tensione, perché se il calamaro è attaccato solo per i 2 tentacoli più lunghi rischiamo di spezzarli se applichiamo troppa trazione, ma rischiamo altresì di perderlo se recuperiamo troppo piano e perdiamo la tensione del filo.
Attenzione, il fondale della costiera triestina è un disastro di pietre e massi per cui bisogna fare molta attenzione e soprattutto, dobbiamo metterci il cuore in pace mettendo in conto che perderemo più di qualche egi ad uscita. Il più delle volte si incastra il piombo sul fondale, ecco perché nelle nostre ultime uscite abbiamo escogitato il sistema di applicare dopo l’ egi una sorta di terminale solo ed esclusivamente per il piombo con un nylon dello 0,18/0,20. In caso di incaglio del piombo (più frequente) si spezza prima lo 0,20 permettendoci di avere più chance di salvare l’ artificiale.
Per esperienza diretta sul campo e un po’ per filosofia, io uso raramente artificiali costosi. Ci sono economici egi da 1 € che svolgono ugualmente e correttamente il loro lavoro e soprattutto non ci fanno piangere quando sicuramente ne perderemo uno. Non dico che gli egi più costosi non siano fatti meglio e con materiali al top e, che in qualche caso possano fare la differenza con movimenti più sinuosi, ma la nostra filosofia è sempre quella del minimal fishing (altrimenti tradotto in minima spesa e massima resa) e non posso pensare di perdere 40/50 € di artificiali ad ogni uscita (e in questo spot è una costante).
Il nostro amico cefalopode è abbastanza imprevedibile e lo possiamo trovare a tutte le altezze possibili, dal fondo, a mezz’ acqua, o addirittura in superficie. Ecco perché prima di iniziare a prenderne qualcuno dobbiamo sondare tutti gli strati per capire dove si trovano. Noi iniziamo sempre dal fondo a risalire anche perché, sul fondo c’è sempre la possibilità di catturare qualche bella seppia. Procediamo man mano diminuendo la grammatura del piombo terminale da 25/30 gr a 5 gr per poi arrivare a toglierlo completamente e pescare con un egi del 2,5-3 in superficie. Se tutto il ciclo non ha prodotto risultati lo ricominciamo alterando qualche componente come colore o misura degli artificiali.
Considerazioni finali
La costiera triestina è una cornice stupenda per la pesca, tutta la riviera con le falesie, il Carso come sfondo con la sua tipica vegetazione e le rocce calcaree bianchissime, il mare … be’ il mare al tramonto dà ogni volta quelle sensazioni calde e maestose che hanno sempre ispirato artisti in ogni epoca, poeti come il drammaturgo e poeta Rainer Maria Rilke che della costiera triestina decantò le bellezze nell’ opera “Prima elegia duinese”.
Tornando ai nostri amici cefalopodi, il periodo invernale è quello migliore e il momento propizio è dal tramonto in poi, in particolare nelle zone portuali dove si trovano grossi fari puntati in acqua.
La maggior parte degli egi in vendita, anche quelli economici, sono provvisti di striscioline o di vernice fluorescente. Soprattutto quando peschiamo di sera ricordiamoci di portare un paio di pile in più in modo da attivare la fluorescenza degli egi prima di lanciarli, i calamari sono molto attratti dalle esche luminose.
Il calamaro è un animale spettacolare, quasi ipnotico, una volta catturato provate a guardarlo bene e vedrete come lavoreranno i cromatofori, cambiando da rosso fuoco appena salpato, colore che assume quando si trova in pericolo, ad un colore più giallo e puntinato in seguito. E’ un mollusco eccezionale. Ed è anche eccezionalmente buono! Calamari alla griglia, in forno, ripieni, in sughetto con la polenta, fritti, insomma, una vera delizia.
La Gudoterror ama particolarmente la pesca ai cefalopodi e negli anni abbiamo prodotti vari video, qui sotto raccolti:
– Come pescare le seppie dalla barca e come cucinare le seppie: https://youtu.be/9FFFeFuQj0Q
– Come pescare seppie e calamari da riva, dalla barca ad eging e tataki e a traina: https://youtu.be/mOBrZQAfvoU
– Come pescare i seppie e calamari dalla barca (eging, tataki) : https://youtu.be/xnO5MWea5OU
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SKY: Pesca TV (can. 236)
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Testo e foto: Alex Puntin
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