E fu così che anche la nostra terza serie prodotta per PESCA TV (SKY can. 236) andò in onda. Siamo particolarmente orgogliosi del risultato finale, rappresenta il nostro miglior traguardo degli ultimi anni sia sotto l’ aspetto alieutico che quello squisitamente tecnico di videomaker. Abbiamo investito sia in nuova attrezzatura per la pesca che in nuova attrezzatura per le riprese ed i risultati sono stati decisamente appaganti.
La serie è la conclusione di un trittico che è iniziato 3 anni fa, un percorso di crescita sportiva e non solo. Partiti dalle aule per la certificazione europea per “Pescatori della Domenica” della prima serie, siamo poi passati ai corsi di sopravvivenza della seconda. Nella terza serie abbiamo incontrato nientemeno che il Dio della pesca, chiudendo il ciclo con una visione divina tra sacro e blasfemo che ci ha illuminato su quali dovrebbero essere le nostre priorità di pescatori della domenica.
Per prima cosa ci sembra più che giusto mostrarvi il trailer ufficiale del canale che come sempre riesce a cogliere l’ atmosfera che permea le nostre avventure.
Quantità, dimensione, qualità. Sono queste le 3 caratteristiche che trasformano un pescatore amatoriale in un pescatore vero? Lo scopriremo nelle nuove avventure di Alex Puntin e dei suoi amici “Pescatori della domenica”.
Ci sentiamo in dovere di fare solo una piccola correzione, il testo giusto dovrebbe essere “le tre caratteristiche che trasformano un pescatore amatoriale in un pescatore LIBERO”.
Eh si amici perché in questa serie abbiamo voluto raccontarvi qual è stato il nostro percorso evolutivo di pescatori, da quando abbiamo preso in mano la canna per la prima volta fino a quando potremo dire di ritenerci pescatori realizzati (anche se ancora non lo siamo perché siamo ancora e sempre affamati di nuove avventure).
E ci teniamo a ribadire il termine “realizzato”, non un “grande pescatore”, un grande professionista, un grande garista, semplicemente un pescatore che ha raggiunto il suo nirvana, un pescatore che non ha più nulla da dimostrare a sé stesso e quindi raggiunge la pace, diventando un tutt’ uno con la sua passione e con il modo in cui la vive.
Ma tenteremo di spiegarvelo meglio con il secondo trailer, quello realizzato da noi
Siamo partiti dall’ Apocalisse di San Giovanni, quella che sentiamo rappresenti maggiormente il panorama della pesca in Italia in questo momento per poi finire con un adattamento dell’ ultimo canto della Divina Commedia
“… ma già volgeva il nostro disio e ‘l velle, sì come rota ch’ igualmente è mossa, l’ amor che move il sole e l’ altre stelle”
che sta ad indicare come dopo aver combattuto i 3 mostri che ci hanno afflitto come pescatori “moderni”, possiamo anelare a raggiungere la beatitudine, la pace interiore.
Ci sono infatti tre miti che abbiamo voluto sfatare:
- “I grandi pescatori sono tali perché prendono molti pesci”. Chi inizia a pescare, dopo aver fatto gavetta e iniziato ad effettuare qualche prima cattura, punta immancabilmente alla Quantità. C’è chi è convinto che solo chi pesca grandi quantità sia un grande pescatore.
- “I grandi pescatori sono tali perché prendono pesci enormi”. Dopo aver superato lo scalino della quantità, di solito si è portati a puntare al big fish, alla cattura record, quella da sfoggiare come trofeo. C’è chi è convinto che solo chi effettua catture record sia un grande pescatore.
- “I grandi pescatori sono tali perché prendono solo pesci selvatici”. Dopo aver superato lo scalino della dimensione, di solito si punta alla qualità, al bel pesce selvatico, rustico. C’è chi è convinto che solo chi pesca in acque libere sia un grande pescatore.
In realtà c’è un ultimo step, il quarto. Quello in cui dopo aver superato tutti gli altri ti accorgi che i grandi pescatori sono tali perché pianificano tutto al meglio, studiano lo spot, si informano, scelgono la giusta attrezzatura e le giuste esche, ed è questo che li porta ad ottenere i risultati indipendentemente dal luogo, dalla dimensione e dalla rusticità della cattura.
Noi abbiamo realizzato che non puntiamo ad essere “grandi pescatori, noi puntiamo ad essere pescatori liberi che non hanno bisogno di queste logiche per sentirsi appagati, a noi basta uscire a pesca, sempre e comunque, affrontando la nostra passione con semplicità, immaginando la pesca per quello che dovrebbe essere per noi, un passatempo, uno svago, un momento di condivisione con gli amici che magari finisca con una grigliata e una birra in compagnia. Questa per noi è la pesca e questo abbiamo cercato di raccontare in questa nuova serie.
Ecco quindi qui le puntate che sono andate in onda:
SOPRAVVIVERE ALLA QUANTITA’ (prima e seconda parte).
In questa doppia avventura ci troviamo in Trentino e più precisamente a Predazzo per pescare nel torrente Avisio. Una valle splendida, forse una delle più belle che abbiamo visitato in questa regione, sia per le sue doti naturalistiche che quelle squisitamente alieutiche. Abbiamo pescato per due giorni a spinning sul tratto che attraversa la cittadina di Predazzo fino alla confluenza con il torrente Travignolo catturando un numero impressionante di trote fario, marmorate ed ibridi. Mille livree diverse popolano questo tratto di torrente in un meltin’ pot di salmonidi che ci ha letteralmente fatto impazzire. Ringraziamo il buon Gabriele Cabizzosu sia per le informazioni che ci ha dato relative ai corsi d’ acqua sia per le sue straordinarie fotografie che ci ha “prestato” per il montaggio video.
SOPRAVVIVERE ALLA DIMENSIONE (prima e seconda parte).
In questa doppia avventura ci siamo fatti accompagnare da Luca Pozzato e Alessandro Basile, Team Panico Paura e Team Big Baffo in tandem, sul fiume Tanaro tra le provincie di Asti e Alessandria per una sessione di pesca al siluro a break-line. Un lunghissimo viaggio a caccia del mostro d’ acqua dolce più amato e odiato d’ Italia.
Con Luca, soprannominato l’ “uomo del muco e del fango”, ed Alessandro, siamo andati letteralmente in guerra a caccia del super big, che ovviamente non è arrivato, ma abbiamo catturato tre siluri in mezzo ad una lingua marrone di fango in un fiume impetuoso.
SOPRAVVIVERE ALLA QUALITA’ (prima e seconda parte).
Alcuni ritengono che la vera pesca sia solo quella “in libera” insidiando esclusivamente pesce rustico e selvaggio. Siamo andati quindi a caccia di pesci selvatici questa volta pescando a bolognese lungo il nostro bellissimo fiume Isonzo.
Aiutati dal buon Massimiliano Sirio all’ occhio digitale abbiamo catturato cavedani, trote, barbi e carpe pescando con la nostra amata tecnica del minimal fishing che abbiamo raccontato cercando di sviscerare un po’ tutti gli aspetti, dalla scelta dell’ attrezzatura, alla scelta dello spot, a come approcciarlo, a come preparare la “lenza della domenica”.
Nell’ ultima puntata abbiamo poi scoperto cosa si cela dietro il fantomatico Dio della pesca e abbiamo chiuso il cerchio spiegando le motivazioni che ci hanno spinto ad affrontare questo percorso mistico che come sempre, alla fine delle nostre avventure, ci ha reso ancora più malati ed attratti da questo mondo meraviglioso che è la pesca in tutte le sue declinazioni. Ora vi salutiamo per la prossima avventura perchè come sempre ricordatevi che noi siamo la Gudoterror e pescheremo in qualsiasi sputo d’ acqua ci si presenti davanti!
Ci si vede sul tubo amici e grazie della lettura 😉
AVVERTENZE:
Testo e foto: Alex Puntin
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